Il passo pellegrino

Il passo pellegrino

E’ inverno, erano anni che non nevicava così tanto e agli appassionati dello sci l’espressione “Passo Pellegrino” evocava immediatamente bianchi panorami sulle Dolomiti e rifugi di montagna.

Noi, popolo di “tubisti”, pensiamo invece a un processo produttivo, il che la dice lunga sulla nostra forma mentis…

Il Passo Pellegrino rientra nella categoria delle metodologie di formatura attraverso lo stiramento. In pratica un tubo, protetto internamente da un mandrino di diametro specifico, viene fatto passare attraverso due rulli scanalati simmetricamente. La scanalatura ricorda la forma di un imbuto il cui diametro maggiore è pari a quello del tubo iniziale mentre quello inferiore è pari al diametro del tubo che si vuole ottenere.

E i pellegrini cosa c’entrano? Costoro, nel Medioevo, erano noti per coprire ripetutamente la stessa tratta (dal punto di partenza alla meta del loro pellegrinaggio, appunto) in maniera ciclica e più volte durante l’anno. Allo stesso modo, per ottimizzare le dimensioni del macchinario, questo sistema consente ai due cilindri scanalati di cui sopra di percorrere “avanti e indietro” lo stesso percorso, producendo così un effetto di stiramento a freddo che andrà ad imprimere in maniera continua al tubo la nuova dimensione.

In Maxim questo concetto e questo procedimento sono stati portati alla loro massima evoluzione. A fronte di un investimento di svariati milioni di dollari, sono stati installati macchinari automatici e robotizzati in grado di garantire tolleranze dimensionali irraggiungibili da attrezzature meno moderne, a tutto vantaggio della ripetibilità, dell’efficienza e, soprattutto, della qualità.

Curiosi? Veniteci a trovare!

0 Comments

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *